presenta:

ANT-MAN & WASP
Parte 1: LE SANE, VECCHIE ABITUDINI

 

New Jersey.

"A casa, dunque" è l'esclamazione di Scott Lang nel vedere il quartiere dove risiede la sua famiglia. Potrebbe essere una delle ultime volte che può fare una cosa del genere. Da tempo non vede Peggy, la sua ex moglie. Ed anche sua figlia Cassie. Questo tempo potrebbe presto diventare eterno. Il momento che si sta presentando l’ aveva preventivato, fin dall’ inizio, fin da quando si gettò a capofitto in una vita pericolosa fatta di furti e rapine. Poi però pestò i piedi a qualcuno un po’ troppo scomodo e, per salvare la vita di sua figlia, fu costretto a trafugare dall’ abitazione del celebre scienziato Hank Pym (che a quell’ epoca era il Calabrone, o forse Giant-Man, con questo tizio non sai mai bene con chi hai a che fare) il costume e l’ armamentario di Ant-Man. Pym si accorse di ciò, ma decise di non intervenire per capire cosa Scott volesse farne di questa sua precedente identità. E quando vide che l’ aveva utilizzata a fin di bene, decise di lasciargliela in eredità. Un’ eredità che continua tutt’oggi.
E che non ha mai sofferto di prolungati periodi di stasi: dopo qualche avventura al fianco dei Vendicatori, di Iron Man e dell’ Uomo Ragno, Scott Lang entrò a far parte prima dei Fantastici Quattro, in sostituzione dell’ allora-defunto-ma-più-semplicemente-ed-evidentemente-scomparso Mr. Fantastic ed in tempi più recenti, dopo Rinascite e Ritorni dei vari eroi, della Fantastic Force, assieme alla quale fino a poco tempo fa soggiornava in Africa. Il che ci porta ad oggi. Ed all’ evento che ha fatto sì che Scott tornasse precipitosamente nella Grande Mela.
“Sei preoccupato? Teso?”. La domanda è stata espressa da Sharon Ventura, la donna con cui Scott sta attualmente vivendo una relazione sentimentale. E non sa se sia una relazione seria o solo un tentativo di dimenticare il suo precedente, disastroso rapporto.
L’ uomo la guarda in volto:”Credo lo sarebbero tutti nella mia situazione”. Sharon è una donna che nella sua vita ha sofferto molto, alterazioni fisiche e mentali che l’ hanno a volte portata sull’ orlo del suicidio. Ora quei terribili giorni paiono essere definitivamente alle sue spalle, molto lo deve anche alla vicinanza di Scott in questi ultimi tempi. Probabilmente per lei questa è una relazione seria: una eventuale perdita la farebbe precipitare nuovamente nel baratro.
A chiudere l’ insolito terzetto che sta passeggiando lungo questo quartiere vi è un ragazzo, Kristoff Vernard: ex pupillo del Dr. Destino, ex Dr. Destino, figlio di Nathaniel Richards e fratellastro di Mr. Fantastic. Durante il viaggio è stato spesso in silenzio ed anche adesso non fa eccezione. Anche lui ha qualche punto di contatto con la famiglia Lang: è innamorato (oppure infatuato? Alla sua età quanti sanno cosa sia davvero l’ amore?) di Cassie, la figlia di Scott. E teme di poterla perdere per sempre.
I tre si fermano infine davanti ad un vialetto, che conduce alla porta di una casa, simile a tante altre presenti nelle vicinanze. Vi è qualche attimo di esitazione, poi Scott lo percorre e suona il campanello. Si ode qualche rumore all’ interno, poi si sentono dei passi. Ed infine qualcuno apre la porta:”Papà!”.
“Cassie, tesoro mio. Vieni qui ad abbracciarmi”.
Tuttavia il caloroso benvenuto viene poco dopo interrotto da Peggy Lang, moglie di Scott:”Non saresti dovuto venire qui” dice.
“Volevo solo rivedere la mia famiglia”.
In quel momento, alle spalle delle due donne, compare una terza persona. Un uomo, vestito con un elegante doppiopetto, dalla faccia arcigna e decisa:”Sono Claude Unger” dice senza neanche salutare “E sono il legale della signora Lang e di sua figlia Cassie. La vostra presenza qui è poco gradita, discuteremo della vostra controversia esclusivamente in tribunale”.
“Poco gradita?” esclama Scott “Peggy, ti sei fatta abbindolare da questo bellimbusto, vero? Sai che io…”.
“Devo invitare lei ed i suoi variopinti amici ad andarsene” continua Claude Unger “Non ha perso tempo a farsi una nuova famiglia, a quanto pare, Mr. Lang: stia pur certo che ciò verrà adeguatamente sottolineato nel corso dell’ udienza”.
“Insulso essere!” afferma in quel momento Kristoff Vernard abbrancando per la giacca l’ avvocato. Le sue prime parole da ore, decisamente non le più adatte alla situazione. “Come osi parlare in siffatta maniera di fronte a me? Inchinati, essere inferiore, davanti a chi ti è grandemente superiore. Davanti a…”.
Scott, inizialmente scioccato per quanto stava avvenendo, interviene ed allontana il ragazzo. Nel fare ciò nota lo sguardo di sua figlia: è atterrito dalla paura. Dalla paura che si prova nel veder riemergere un fantasma del proprio passato. La stessa sensazione che in questo momento pervade l’ animo dell’ eroe. “La prego di scusarlo, è…”.
“È questa l’ educazione che solitamente fornisce, Mr. Lang?” ribatte Unger “Bene, la ringrazio per aver facilitato il mio compito”. Poi trascina dentro Cassie e Peggy e chiude violentemente la porta.
Vi è qualche istante di silenzio, poi Scott dice:”Dannazione, Kristoff, credevo ti fossi lasciato alle spalle questi atteggiamenti da Dr. Destino”.
Il ragazzo non sa cosa rispondere.

Palazzo dei Vendicatori.

Con sul volto ancora ben visibili i lividi provocati dalle percosse di Ghaur, ex Alto Sacerdote del popolo Deviante, Janet Van Dyne si aggira nervosamente per tutta la sala riunioni, attualmente deserta. Ha sbagliato, ha commesso un gravissimo errore: ha creduto troppo nelle proprie capacità e per questo Deathlok ha rischiato di pagare con la vita. E non è ancora detto che tale rischio sia passato del tutto. Inoltre Wonder Man è sparito, impazzito per via dell’ energia ionica da cui ultimamente non riesce a separarsi. Ah sì, senza dimenticare l' inesorabile e totale mutismo in cui si è calata Sersi. Jan crede di aver perso il controllo dei propri compagni di squadra, non ha saputo essere forte quando doveva. E si è sentita affranta, insicura.
Però le cose possono cambiare: i Vendicatori hanno la sovranità sulla Slorenia ora e ne faranno buon uso. L’ obiettivo a cui questa nazione è stata dal gruppo preposta è quanto di più esplosivo ci possa essere, farà arrabbiare molte altre nazioni che hanno qualcosa di sporco da nascondere. Molto meglio, lavare i panni sudici non fa mai male: il pubblico capisce meglio con chi ha a che fare quando gli si fanno capire certe cose che altri vogliono a tutti i costi tenere nascoste. Ma non basta, l’ Ordine deve essere ulteriormente ampliato, altri devono unirsi alla sua… alla loro causa. Un debole sorriso di compiacimento appare sul volto della donna. Ma svanisce subito non appena la porta si apre ed entra nella sala il sintezoide Visione.
“Jan, ti ho cercata per tutto il Palazzo” esordisce l’ essere robotico.
“C’è bisogno di me?” ribatte Wasp.
“No, è solo che… Ecco, magari ti va di parlare di quanto accaduto su Olympia: hai vissuto eventi forti e tenerli dentro non è decisamente…”.
“Decido io di cosa voglio parlare e quando, Visione, se non ti dispiace. Cosa mi dici piuttosto di Deathlok?”.
“È stato portato nel laboratorio: Tony e Machine Man ci stanno dando un’ occhiata. Non so come Wanda abbia potuto rimetterlo insieme, però ciò non toglie che è conciato molto male”.
“Secondo te ce la può fare?”.
“Io stavo peggio di lui un tempo: ma io sono un essere artificiale, in me non c’è alcun componente umano. Le parti robotiche di Deathlok si possono anche rianimare, ma cosa ne sarà di quelle umane di Michael Collins? È da questo che dipende tutto”.
“Decisamente non mi hai risollevato l’ animo”.
“Mi chiedo se ciò sia possibile allo stato attuale”.
Janet non replica alla frase ed allo sguardo che paiono quasi accusatori di Visione e, superandolo, esce dalla sala, chiedendo poi un the a Jarvis. Mentre lo assaggia, rivede il volto di Ghaur:”Mi hai morso, brutta troia!”. E giù schiaffi, botte, percosse a non finire. La visione dell’ evento si macchia di sangue, ma con un ultimo lampo Jan vede che il volto di Ghaur è cambiato. Ora è quello del suo ex marito Hank!
Il suono del campanello la fa quasi sobbalzare, per fortuna nessuno l’ ha vista. Jarvis si reca a vedere chi è, comunicandoglielo poco dopo:”È Mr. Scott Lang, madame Janet”.
“Ti ho mai detto quanto adoro le tue formalità, Edwin? Fallo pure entrare”. Da un po’ di tempo Jarvis ha un atteggiamento distaccato nei suoi confronti, forse è l’ aspetto non proprio esaltante del suo volto (potrebbe porvi facilmente rimedio, ma quei lividi testimoniano il suo errore e vuole che svaniscano in maniera naturale), forse è il suo nuovo modo di comportarsi, più mascolina e decisa della Jan di un tempo, la quale era probabilmente un po’ troppo arrendevole. Comunque questa visita giunge come si suol dire a fagiolo: aveva giusto pensato a qualche nuovo inserimento ed eccone subito uno. Scott è una persona valorosa, inoltre ha collaborato diverse volte coi Vendicatori in passato, convincerlo a divenire membro attivo non dovrebbe essere troppo difficile.
Tuttavia il volto con cui Scott la accoglie non è esattamente quello di una persona entusiasta:”Scusa se vengo qui d’ improvviso… Wow! Che ti è successo al viso?”.
“Un incidente di percorso, capita. Dimmi piuttosto il motivo della tua visita”.
“Ecco, quasi mi vergogno a dirlo, ma è per chiederti aiuto… ho un problema”.
“Non li abbiamo tutti?” ribatte Janet.

Da qualche parte.

“Dannazione!” pensa un uomo nell’ ombra (sorprendente come certi rifugi segreti di supercriminali manchino spesso di adeguata illuminazione) “Non riesco più a rilevarlo da quando è entrato nel Palazzo, ma poco importa. Ormai non può più sfuggirmi: lui sarà un ottimo test per la mia futura vendetta nei confronti dell’ odiato Hank Pym. E ho già individuato il suo punto debole, quella donna rocciosa ma soprattutto il ragazzo. Costui è già sotto il mio controllo! Forse è meglio dedicare subito loro le mie attenzioni, non prima però di aver fatto scattare l’ ultima trappola per Ant-Man!”.

Palazzo dei Vendicatori.

“Ero in Africa, insieme alla Fantastic Force” narra Scott Lang “Avevamo appena sconfitto con estrema facilità M’Baku, l’ Uomo Scimmia, che voleva rovesciare il trono di Pantera Nera”.
“Per la centesima o duecentesima volta” lo interrompe Wasp “Senza successo come al solito. Le cose sono due: o i supercriminali sono davvero tenaci e caparbi, oppure sono così cretini che non capiranno mai quando è il momento di lasciar perdere. Scusa, prosegui pure”.
“Di nulla. Dicevo, mi stavo riposando dopo questa battaglia quando Pantera Nera mi ha comunicato di aver ricevuto un messaggio dal Four Freedom Plaza: mia moglie mi aveva citato in giudizio, non solo vuole togliermi l’ affidamento di mia figlia Cassie, ma anche la patria potestà. Vuole che io non possa più vederla. Se non fosse stato per quel messaggio… teoricamente la mia residenza è ancora a New York e la notifica mi era stata data in contumacia presso la mia residenza secondo le prescrizioni di legge. Fortunatamente i Fantastici Quattro tengono d’ occhio tutte le comunicazioni che possono interessarci. Solo che il tempo stringe e l’ udienza preliminare è fissata tra un paio di giorni”.
“Ma tua moglie non aveva ormai rinunciato a quest’ azione?”.
“Lo credevo anch’io. Solo che a quanto pare si è affidata ai servizi di un nuovo avvocato, un certo Claude Unger. Un bastardo di prima categoria, per quanto mi riguarda, anche se l’ ho conosciuto per pochi minuti. Ti dice qualcosa questo nome?”.
“Mi dice anche troppo. Claude Unger è un avvocato che ha un chiodo fisso per i supereroi: sentimmo parlare di lui la prima volta quando si vociferò del fatto che la madre di Sun, un’ amica di Visione, stesse per citare in giudizio nientemeno che le Nazioni Unite poiché a suo dire avevano plagiato la mente di sua figlia. Ovviamente, non si è mai dato seguito ad un’ accusa del genere. Ma Unger non demorse e poco tempo dopo tornò alla ribalta citando in giudizio per omicidio nientemeno che Thor”.
“Il dio del tuono in un’ aula di tribunale?”.
“So che suona strano a sentirsi, ma è accaduto davvero”*.

* V. Devil & Thor 2002

“Insomma, un vero osso duro”.
“Già, se n’era stato buono per un po’ di tempo ed abbiamo invano sperato che si fosse dato una calmata. Ma adesso ha superato il limite: violare degli affetti familiari per delle sue idiosincrasie personali. Decisamente inaccettabile”.
“Ecco, io non ho molti soldi a mia disposizione e credo che avrò bisogno di un buon avvocato…” inizia Ant-Man.
“Ti daremo il migliore” replica Jan “Anzi, la migliore: si chiama Inger Sullivan, ha già collaborato con noi in passato. Però devi prepararti psicologicamente, Scott: la tua vita, non solo da supereroe, verrà messa a nudo, ti verranno lanciate delle accuse pesanti. Tu devi solo mantenere la calma e lasciare che al resto pensiamo noi”.
“Spero solo che tutto ritorni com’era un tempo. Non potrei vivere lontano da mia figlia”.
“Ora chiamo Inger e a tutte le scartoffie burocratiche penserà lei”.
“Ti ringrazio: appena ho la conferma, allora, torno da Sharon e Kristoff”.
“Dove alloggiate?”.
“In un infimo hotel che ha l’ ardire di definirsi Royal”.
“Allora vengo con te: potete trasferirvi tranquillamente qui in attesa di una sistemazione migliore”.

Hotel Royal. Stanza 317.

Sharon Ventura passeggia nervosamente per la camera: alla tv in bianco e nero (incredibile, esistono ancora!) presente come optional annesso all’ alloggio stanno dando un vecchio film con Ronald Reagan (incredibile, li danno ancora!), ma lei praticamente non sente nulla. È tesa, e non solo per Scott, ma anche per sé stessa:”Sì, Sharon, ammettilo, non potrai mai competere con sua figlia Cassie, forse neanche con Peggy. Scott sembra amarla ancora nonostante tutto ciò che le ha causato. E se alla fine tornasse da loro cosa farai? Tenterai di nuovo il suicidio? Oppure finalmente deciderai da sola il tuo futuro, senza Ben Grimm, senza Scott, senza Nathaniel Richards, senza nessun altro al tuo fianco? Ho dipeso troppo da altre persone in passato. E non tutti mi sono stati accanto con affetto. Credo…”.
In quel momento qualcuno bussa alla porta. Sharon si reca ad aprire:”Kristoff, vieni, Scott è tornato”. Se non fosse stata così immersa nei suoi pensieri forse si sarebbe accorta che, a parte la TV, nella stanza sembra piombato un silenzio totale: Kristoff Vernard parrebbe quasi svanito nel nulla.
Sharon apre, ma non vi è Ant-Man dall’ altra parte, è un uomo che non ha mai visto in vita sua:”Posso aiutarla?” chiede.
“Lei no” risponde l’ uomo “Ma lui sì”.
Sorpresa, Sharon si volta e… “No, non può essere!”.
Viene messa ko prima di poter tramutare in roccia il suo corpo.

Per la strada.

“Quindi adesso controlli gli insetti anche senza aver bisogno del tuo elmetto cibernetico?” domanda Wasp librata in volo insieme ad Ant-Man. Piccoli e praticamente invisibili alla folla assiepata di sotto.
“Esatto, un piccolo regalo di Hyperstorm” spiega Ant-Man “Avevo anche la possibilità di ingrandire o rimpicciolire oggetti col semplice pensiero, ma l’ ho perso, anche se nel Microverso per qualche strana ragione conservo questa capacità”.
“Ma allora perché porti ancora l’ elmetto?”.
“Vedilo come una sorta di segno distintivo: senza di esso non mi sentirei totalmente me stesso”.
Il dialogo tra i due viene bruscamente interrotto dall’ intenso suono di un allarme, poco distante da dove si trovano.
“Ecco uno dei grandi misteri della vita” dice Wasp.
“Quale?” chiede Ant-Man.
“Che, nonostante a New York ci sia la più alta concentrazione di supertizi, le rapine ed i furti siano sempre in aumento. Così come la percentuale delle rapine e dei furti sventate da supertizi: eppure i criminali continuano imperterriti, ben sapendo quanto alto sia il rischio. Certa gente proprio non la capisco. Allora, hai un altro po' di tempo da dedicarmi?”.
"Certamente. Ah, Ant-Man & Wasp, come ai cari, vecchi tempi".
"A chi hai dato della vecchia?".
"Ehm, scusa".
Sul luogo della rapina, intanto, vi è già un nutrito schieramento di polizia. Il negoziatore è al telefono:”Sì, sono il detective Roy McNiven: lei è il capo della banda? Mi ascolti, cerchiamo di venirci incontro: lei fa uscire le donne e gli anziani ed io tenterò di accontentare le sue richieste”.
“Non riuscirai a prendermi in giro” risponde all’ altro capo del filo il rapinatore “Vogliamo un’ auto, che ci porti ad un aeroporto, dove verremo trasportati in un paese senza trattato di estradizione. E lo vogliamo subito”.
“D’ accordo, ma datemi un po’ di tempo. Sono richieste…”.
“Mezz’ ora al massimo, poi inizieremo ad uccidere gli ostaggi”. E la comunicazione viene bruscamente interrotta.
“Qualche problema? Serve aiuto?”.
McNiven si volta e, non appena vede chi ha parlato, non si cura di nascondere il suo disgusto:”No, non siamo soliti accettare aiuti da traditori della patria”.
“Interessante, lo dica agli Sloreni quando li vede” ribatte Wasp.
“Non tenti di fare la demagoga con me, non attacca”.
“D’ accordo, vorrà dire che attaccheremo noi. Ant-Man, vieni”. Ed i due eroi si rimpiccioliscono.
McNiven non si cura di fermarli:”Andate, andate. Vedrete cosa vi accadrà una volta che uscirete”.

Dentro la banca.

La tensione è palpabile e ben visibile sui volti sia degli ostaggi che dei rapinatori. Costoro si aggirano per gli ampi corridoi di questo edificio, con le loro armi in mano e la fronte imperlata di sudore. Ad un tratto, però…
“Ahi! Kurt, una zanzara mi ha punto”.
“In pieno giorno, Geoff? Non dire idiozie”.
“Ahia, è successo anche a me. E ha fatto male”.
“Sei sempre il solito rammollito, Chuck. Ora…”.
Poi il ladro non ha più tempo di dire nulla, poiché dieci secondi dopo lui e gli altri suoi due compagni sono stati messi ko da efficaci raggi di vespa.
Ne rimane uno solo, che si teneva in disparte ed ora si è appostato dietro un bancone. ”Non provate a toccarmi o faccio una strage!” urla. Subito dopo un intero sciame di moscerini si raduna davanti a lui e lo assale, facendogli perdere prima la presa sulla sua arma, poi i sensi.
Alcuni minuti dopo, i quattro criminali vengono caricati su un cellulare della polizia.
“Bob, lo sapevo che i tuoi piani contorti ci avrebbero portato alla rovina!” si lamenta Kurt.
Intanto McNiven si avvicina a Wasp ed Ant-Man:”Vi prego di porgermi le vostre mani, siete in arresto per…”.
“Per nulla!” lo zittisce Janet Van Dyne “Le leggi attuali ci consentono di effettuare arresti perfettamente legali. Non può esercitare alcuna autorità su di noi. Piuttosto pensi a fare bene il suo lavoro. Andiamo, Scott”. Ed i due eroi si librano in volo e spariscono alla vista.
Il capitano di polizia li osserva fin dove può:”Arroganti supereroi, avete incrociato la strada con la persona sbagliata. Scoprirete presto che Roy McNiven è un osso più duro del previsto”.
“Capitano, capitano” richiama in quel momento la sua attenzione un agente semplice “Ci hanno appena consegnato una importante notizia”.
Gli porge un messaggio, McNiven lo legge con un sorriso stampato in volto:”Bene, bene. A quanto pare non dovrò attendere molto per la mia rivalsa”.

Hotel Royal.

I due eroi hanno riassunto un aspetto borghese, con Janet che ha indossato ampi occhiali ed un foulard a coprire il più possibile i suoi lividi. Scott si presenta all’ accettazione:”Come mai la chiave della mia camera si trova qui?”.
L’ impiegato fa una faccia stupita:”Ma come, signore? Non si ricorda che è stato lei stesso a darmela prima di uscire?”.
“Sono stato fuori in queste tre ore, non ti ho dato proprio niente”.
“Ma se l’ ho vista coi miei occhi. C’ erano anche suo figlio e sua moglie”.
Scott Lang comincia a temere il peggio:”Ok” dice in tono rassicurante “Allora torno nella mia stanza”.
Senza porre domande, l’ impiegato gli porge la chiave e, insieme a Jan, Ant-Man sale con apprensione le scale essendo questo motel di quart’ ordine sprovvisto di ascensore. Con movimento quasi tremante, infila la chiave nelle toppa ed apre la stanza. E non vi trova nessuno. “Sharon, Kristoff! Sono tornato!”. Ma nessuno risponde alla sua chiamata.
“Tranquillo, forse sono solo usciti e il portiere si è confuso” tenta di calmarlo Wasp, invano peraltro.
“No, Jan, vorrei crederlo anch'io ma sento che non è andata così. Sento che sta per accadere qualcosa di brutto”. Forse Hyperstorm ha dato a Lang anche il potere della premonizione.
Dieci secondi dopo, infatti, due poliziotti irrompono nella stanza, McNiven dietro di loro:”Scott Lang, la dichiaro in arresto!”.
“Ancora con quella storia della rapina?” sbotta Wasp “Quante volte devo dirle che…”.
“No, mia cara signorina, non è per quello. Scott Lang, la dichiaro in arresto per sequestro di persona!”.

CONTINUA...